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L'Ultima Agorà
Costruire il Bello nella culla culturale dell'Europa
Ogni opera architettonica si collega in qualche modo al sito su cui è costruita. Nel caso del Centro Culturale della Fondazione Stavros Niarchos ad Atene, a cui è dedicato questo libro, questo collegamento è qualcosa di molto intimo. Il complesso sorge dal sito stesso, quasi naturalmente, grazie alla sinergia creata dalla combinazione perfetta tra l'ingegneria dell'Uomo e il paesaggio circostante.
La caratteristica principale della cultura dell'Antica Grecia era la partecipazione attiva del cittadino alla vita della polis e alla cultura stessa. Ed era proprio questo, che rendeva gli uomini liberi, diversi quindi dai barbari, loro sottoposti. E questo si vede chiaramente nell'impegno della Fondazione Stavros Niarchos per costruire un nuovo centro culturale che collega il passato al futuro.
Il complesso sorge nell'antico quartiere di Kallithea, e guarda verso quel luogo una volta occupato dal Porto di Faliro. Questo sogno reso manifesto è stato possibile grazie al dono della fondazione filantropica privata alla città di Atene alla Grecia tutta, che ha saputo unire il genio architettonico del grande Renzo Piano e l'esperienza ingegneristica del Gruppo Salini Impregilo e Terna, per costruire una struttura architettonica davvero unica al mondo. Un progetto sfidante che ha richiesto il duro lavoro e la cooperazione a tutti i livelli, sin dal primo momento. Oggi, rappresenta uno dei migliori esempi di efficienza e di collaborazione tra il settore pubblico e quello privato.
Il progetto nasce dal desiderio di offrire al paese e ai suoi cittadini l'accesso alla conoscenza attraverso questo nuovo e moderno spazio pubblico. Il titolo del libro "The Last Agora" (L'Ultima Agorà), mette in risalto il parallelismo tra antico e moderno, ma anche la complessa funzione aggregante di una moderna agorà che unisce le generazioni di oggi e quelle future all'interno delle nuove sedi della Biblioteca Nazionale Greca e dell'Opera Nazionale Greca.
Nell'antichità, al centro della polis greca e dominata dall'acropolis, l'agorà era il vero cuore pulsante della città. Era la piazza principale e il posto dove si riunivano le persone, un luogo aperto dove fare commercio e interagire socialmente, dove le relazioni politiche e anche quelle economiche trovavano il proprio spazio.
Siamo fieri di poter presentare questo moderno centro culturale e artistico al pubblico grazie a questa selezione di fotografie che percorrono le fasi principali della costruzione di quest'opera unica e complessa che parla di bellezza. Lo straordinario progetto ebbe inizio con gli schizzi dell'architetto Piano, e reso poi possibile grazie alla tecnologia all'avanguardia in un viaggio di quasi quaranta mesi. Una sfida che inizialmente sembrava impossibile da raggiungere, visto il luogo di incredibile bellezza in cui sarebbe sorta l'opera, con l'Acropolis ed il Pantheon sullo sfondo.
Per noi, questo viaggio è stato segnato dalla costante ricerca di soluzioni ingegneristiche all'avanguardia per rendere manifesto questo progetto visionario, spostando i limiti di ciò che si pensava fosse possibile nel mondo delle costruzioni. L'unione della tecnologia e dell'Architettura, di visione e di innovazione, di sostenibilità e di eccellenza ingegneristica, è stata premiara con il 2016 Global Best Project nella categoria Cultural/Worship (Culturale/Culto) da Engineering News Record, la rivista statunitense specializzata del settore.
Questo riconoscimento va a tutti coloro che hanno creduto in questo progetto, accompagnandoci lungo questo cammino fantastico. Un viaggio che ha guardato al passato per scoprire un futuro per le generazioni a venire.
Pietro Salini
Amministratore Delegato Webuild
L'opera umana più bella è di essere utile al prossimo.

L'Ultima Agorà
Culture che si intersecano
Antonio Pappano
Lavoro nell'ambiente del teatro lirico ormai da quarant'anni. Ancora oggi, la parte più importante della mia giornata è quando entro nell'auditorium. Chiamatelo se volete brivido, risveglio, qualcosa che mi ricorda che non sto solo entrando all'interno di uno spazio meraviglioso, ma in un contenitore di scoperte condivise, di sogni e speranze condivise, di illuminazione condivisa attraverso la creatività degli artisti sul palcoscenico, attraverso il loro talento, la loro audacia! Condividere. Ecco la parola chiave. Il teatro unisce le comunità, portandole all'interno di uno spazio, solitamente curvo, come da tradizione greca e romana, perché tutti possano vedere il palcoscenico chiaramente, con e udirne la meravigliosa acustica, ma ancor più, una vista sul resto del pubblico presente! Due teatri in uno!
Anime assetate di conoscere qualcosa di esterno, che condividono un momento magico irripetibile. Questa, la firma della nostra eredità culturale.
L'Ultima Agorà