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Sviluppo sostenibile

Infrastrutture Sostenibili

4 min


INFRASTRUTTURE

Il significato di infrastrutture sostenibili

“Costruire un’infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile” è uno degli obiettivi di sostenibilità dell’ONU che indica innovazione e infrastrutture sostenibili come strumenti essenziali per la crescita di produttività e redditi, con l’obiettivo di ottenere migliori risultati in campo sanitario e nell’istruzione.
Anche l’Unione Europea, tramite l’European Green Deal, ha posto la sostenibilità al centro delle sue strategie per un nuovo modello di sviluppo. I fondi di Next Generation EU, il piano di aiuti per i paesi europei più colpiti dalla pandemia Covid-19, sono vincolati ad una spesa del 30% in progetti per infrastrutture sostenibili, che abbiano l’obiettivo intrinseco di mitigare i cambiamenti climatici e abbattere le emissioni di CO2.

Sostenibilità e infrastrutture: un legame inscindibile

La sostenibilità consiste nel rapporto tra resilienza, funzionamento, economia, ambiente e costruzioni: è in questa cornice che devono essere inquadrate le infrastrutture sostenibili.
Vivere un territorio implica costruire abitazioni e sviluppare reti di trasporto e servizi (idrici, elettrici, digitali) che si intersecano gli uni con gli altri.

Le infrastrutture segnano il territorio, ne cambiano il paesaggio, lo trasformano, lo uniscono, ma allo stesso tempo lo dividono, impattando significativamente sull’ecosistema in cui sono inserite.

Costruire infrastrutture sostenibili significa quindi sviluppare un sistema di supporto ai servizi in armonia con ambiente e paesaggio. Significa rispettare le persone, il loro lavoro e la loro sicurezza durante la fase di costruzione, migliorare la vita delle comunità per aspetti economici ma anche sociali, valorizzare i paesaggi interessati dai lavori e pensare ad un sistema di manutenzione e cura in grado di assicurare alle grandi costruzioni la capacità di resistere, adattarsi e migliorarsi nel tempo a eventi noti, come un terremoto, oppure nuovi, come il cambiamento climatico.

L'innovazione tecnologica, nuovi standard costruttivi e, purtroppo, la crisi pandemica COVID-19, hanno alimentato l'attenzione  sullo sviluppo sostenibile delle infrastrutture, strumento per il progresso di economia, società, istruzione e sanità, sviluppando la consapevolezza dell’impatto che le grandi opere hanno sull’ambiente e sulle persone e avviando processi di valutazione dei livelli di sostenibilità di costruzioni ed infrastrutture in termini di consumi, emissioni e impatto ambientale.

Per realizzare infrastrutture sostenibili è necessario individuare la relazione tra cosa le infrastrutture creano, collegano, disegnano e modellano, al fine di reinterpretarle in funzione del territorio e considerare le due parti integrate in una strategia d’insieme. Lo sviluppo sostenibile delle infrastrutture passa necessariamente attraverso l’interpretazione sistemica e strategica di interi territori, con l’obiettivo di garantire l’efficienza di quanto viene costruito ma anche la sopravvivenza dell’ecosistema in cui le infrastrutture sono inserite.

I sistemi di infrastrutture sono concepiti per offrire servizi di approvvigionamento che coprano richieste specifiche di energia, beni primari (acqua, cibo), mobilità, informazioni. Le infrastrutture costituiscono una importante presenza fisica nello spazio, poiché interagiscono costantemente con le comunità, determinandone la struttura della vita quotidiana e ponendo le basi per la loro prosperità.

I bisogni a cui rispondono le infrastrutture

Realizzare infrastrutture sostenibili significa prenderne in considerazione la dimensione socio-culturale, consapevoli della loro influenza su qualità e stili di vita delle persone. In questo contesto vanno identificati i bisogni ai quali le infrastrutture sono chiamate a rispondere e che possono essere ricondotti ad alcuni archetipi: paesaggio, acqua, rifiuti, trasporti, energia e informazioni.

L'infrastruttura paesaggistica è un sistema di spazi aperti dentro e intorno alle città che fornisce una vasta gamma di servizi alla comunità urbana. Il paesaggio differisce da altri sistemi di infrastruttura in quanto non è definito dalla sua risposta a una domanda specifica. È un'infrastruttura alternativa, flessibile e con il potenziale intrinseco della sua versatilità. Il paesaggio aggiunge identità locale, offre opportunità di svago, sostiene habitat e processi naturali, fornisce acqua, cibo e risorse materiali, mitiga e compensa gli impatti negativi di altri sistemi infrastrutturali e aumenta la capacità di recupero di una città nel fronteggiare un clima che cambia ed eventi meteorologici sempre più estremi.

Le infrastrutture di trasporto comprendono strutture e sistemi per la mobilità di passeggeri e merci. Rappresentano un catalizzatore di base per lo sviluppo, poichè sono strettamente correlate con le economie urbane e rurali che alimentano la città. La forte presenza fisica e la conseguente impronta sul territorio pongono una serie di sfide: le infrastrutture creano connessioni, ma anche barriere non volute tra natura e comunità locali. Le infrastrutture sostenibili di trasporto hanno quindi l’obiettivo di evitare, minimizzare e compensare gli impatti negativi su individui, comunità ed ecosistemi nel corso della loro espansione (che risponde alla esigenza di soddisfare la crescente domanda da parte degli utenti).

L'infrastruttura idraulica prevede il trattamento, la raccolta e la distribuzione di acqua potabile, acqua piovana e acque reflue. La disponibilità di acqua potabile e la gestione delle acque reflue sono, storicamente, fattori chiave per la creazione e lo sviluppo di insediamenti umani. L'infrastruttura idrica svolge la funzione di estrarre l'acqua dall’ambiente e restituirla con il minimo impatto. Pertanto, oltre a garantire e ottimizzare le prestazioni di reti e strutture, la pianificazione di infrastrutture idriche sostenibili deve includere la gestione di bacini idrici e processi naturali, con l’obiettivo di ridurre al minimo l’impatto costruttivo. Il controllo delle fonti di contaminanti e la ricarica delle acque sotterranee costituiscono un altro aspetto dell'infrastruttura idrica, insieme al tentativo di ridurre il consumo complessivo di acqua. Progettare drenaggi naturali e strategie di raccolta per la gestione delle piogge e delle acque piovane rappresenta una componente essenziale, in particolare negli ambienti urbani che presentano estese superfici impermeabili all'acqua.

L'infrastruttura energetica gestisce e converte le risorse naturali disponibili in vettori energetici come elettricità, calore e carburante, distribuendoli agli utenti finali. La sicurezza e la stabilità energetica sono fondamentali per qualità della vita, sviluppo economico e, di conseguenza, stabilità sociale. La produzione di energia, tuttavia, costituisce attualmente la principale fonte di emissione di gas serra nel pianeta. Per questo motivo l'energia è al centro degli sforzi per garantire sostenibilità e resilienza degli impianti e del loro indotto. Le infrastrutture energetiche sostenibili dovrebbero garantire un accesso costante e paritario all'energia, promuovendone al tempo stesso l'uso razionale e pratiche efficienti. L’obiettivo è puntare anche all’utilizzo di risorse naturali con capacità rigenerativa, fornendo alternative rinnovabili e a basse emissioni.

Il ruolo delle infrastrutture sostenibili, siano esse fisiche, tecnologiche, stradali o informatiche, risulta quindi strategico e permette di modificarne il fine ultimo: dall’essere unicamente percepite come mezzi di trasporto, veicoli di informazioni o sostegni tecnologici, le infrastrutture hanno la possibilità di trasformarsi in un vero e proprio sistema per rileggere, conoscere e vivere al meglio il territorio e le città.

Un nuovo scenario in cui lo sviluppo di reti di infrastrutture sostenibili diviene opportunità di sviluppo economico e sociale.

La definizione di Smart City coniata dall’Unione Europea prevede città che, attraverso investimenti in infrastrutture tecnologicamente avanzate, si trasformano divenendo economicamente sostenibili, volano di una maggiore qualità della vita e di un uso più razionale delle risorse; città che si rinnovano a partire dalle strutture urbane già esistenti attraverso l’impiego delle tecnologie al fine di ottenere economia, popolazione, governo, ambiente e mobilità intelligenti.

Il limite degli attuali modelli di sviluppo urbano è quello di rifiutare alcune componenti necessarie alla vita cittadina e nasconderle, espellerle, addirittura ometterle.
Tutti i paesaggi dello scarto e i dispositivi necessari al funzionamento urbano, come discariche, inceneritori, grandi piattaforme tecnologiche, tracciati stradali e ferroviari rappresentano, invece, uno strumento di crescita e un’opportunità di ripensamento di interi territori.

Una città intelligente trasforma le infrastrutture di servizio in luoghi di pregio; sfrutta i vuoti e manufatti abbandonati per reinserire funzioni che tradizionalmente respinge (discariche, parcheggi, sistemi di smaltimento acque, rifiuti, sistemi di produzione di energia), integrandole con le nuove attività di cui ha bisogno per rispondere ai problemi contemporanei.

Le infrastrutture, le componenti tecniche della città, si possono trasformare in elementi di architettura che ridisegnano i nostri paesaggi e diventano i simboli di nuove identità.
Le infrastrutture vanno quindi ripensate in un’ottica di sostenibilità globale, attribuendo loro anche funzioni attrattive e qualificanti affinché non penalizzino alcuna comunità rispetto ad un’altra, ed in modo che possano generare un valore economico-sociale senza gravare sull’ambiente.

Il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili

Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti italiano è stato denominato “Ministero delle infrastrutture e delle mobilità sostenibili”. A capo del Ministero, il Professor Enrico Giovannini, fondatore e ex Presidente di ASviS, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, l’istituzione nata nel 2016 per aiutare l’Italia nel raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile (SDGs - Sustainable Development Goals).
Un cambio di nome che è anche un cambio di approccio al tema. Il nuovo ministero vuole diventare un punto di riferimento per “le infrastrutture e la mobilità sostenibili” e forse sta proprio nel plurale dell’aggettivo la chiave di tutto. Non solo la mobilità deve essere sostenibile – cioè non inquinante in assoluto e/o con un basso impatto di CO2 – ma devono esserlo anche le infrastrutture che saranno realizzate per la viabilità e le vie di comunicazione dell'Italia.

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