25 maggio 2016

Pietro Salini a Porta a Porta: il Gruppo cresce all'estero ma è e resterà italiano

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NOTA STAMPA

Milano, 25 maggio 2016 - “Noi al momento siamo italiani, resteremo italiani”. Il CEO Pietro Salini ha commentato così, ospite a Porta a Porta il 24 maggio, il fenomeno della globalizzazione dei mercati e della delocalizzazione di alcune aziende italiane, sottolineando invece l’esempio di Salini Impregilo, profondamente radicata in Italia. Nel Paese il Gruppo intende scrivere anche il suo futuro, continuando a crescere di dimensione grazie anche ad acquisizioni internazionali come quella recente della statunitense Lane.

“Al momento - ha spiegato - siamo italiani perché il management è italiano, perché la proprietà è italiana, anche se il 40% dell’azienda, essendo quotata in borsa, è proprietà di investitori che possono venire da tutte le parti del mondo”. Un’internazionalizzazione confermata dal fatto che la domanda globale in borsa che ha origine italiana rappresenta il 2% del totale del listino italiano: “Il 98% del listino italiano è comprato da investitori internazionali. Già adesso molte aziende che non sappiamo essere comprate da stranieri, lo sono di fatto, perché la maggior parte dei loro investitori è straniera”, ha continuato Salini.

Il tema principale, per Pietro Salini, riguarda la dimensione dell’azienda, per competere al meglio in uno scenario globale complesso. “La maggior parte di queste acquisizioni non sono di carattere meramente finanziario, sono quasi tutte acquisizioni di carattere industriale, cioè fanno parte di Gruppi che hanno dimensioni diverse all’estero e quindi, in quanto tali, sono acquisitori di aziende italiane. Non sono dei privati cittadini che improvvisamente decidono di comprare un’azienda e ne scelgono una italiana, sono grandi gruppi che fanno questo in tutto il resto del Mondo e quindi comprano dei mercati, comprano la qualità e il prodotto italiano all’interno di un gruppo. Questo in Italia non lo abbiamo, noi abbiamo un Paese la cui ossatura è fatta da piccola impresa e abbiamo per anni sostenuto che questo fosse il bello dell’economia”.

“Siamo abituati a fare della bandiera un importantissimo sistema di valutazione, che è effettivamente importante per quello che riguarda il Paese, però la cosa principale è considerare che nella globalizzazione la dimensione e soprattutto i grandi gruppi hanno logiche diverse, sia di hedging dei rischi che di dimensione”, ha proseguito Salini.

Intanto il Gruppo continua a segnare opere colossali, sia a livello tecnico che di impatto socio-economico. Nel mese di giugno, ha concluso Salini ricordando l’inaugurazione del Canale di Panama “consegniamo e mettiamo questa bandiera italiana sulla più grande opera d’ingegneria mai realizzata dall’uomo”.

Pietro Salini a Porta a Porta: il Gruppo cresce all'estero ma è e resterà italiano
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